
Diario di fine vendemmia. Appunti dalla Cerasuolo Valley
La vendemmia 2016 volge al termine nella ridente “Cerasuolo Valley”.
Qui, dove i Monti Iblei sono la cornice perfetta, quando non c’è foschia si vede l’Etna, imponente e sinuosa.
Il paesaggio sembra seguire i ritmi della vendemmia; la terra, che ad uno sguardo superficiale solo un mese fa sembrava arida e arsa dal sole, regala oggi un’esplosione di colori, rigogliosa e grassa di foglie cariche.
Questa è la patria di due varietà di uva che danno origine all’unica DOCG siciliana: il Cerasuolo di Vittoria.
Sono Il Frappato ed il Nero d’Avola. Ribelle, elegante e radicato alla propria terra il primo, raffinato, dalle note di macchia mediterranea e accenni balsamici il secondo. L’annata 2016 è stata particolarmente asciutta, come ci spiega Guglielmo Manenti (N.d.A. Azienda agricola Manenti), il quale afferma:
“Le diverse parti della vigna dove abbiamo piante più e meno giovani hanno reagito in maniera diversa, registrando una riduzione di produzione importante soprattutto per i vigneti giovani che non dispongono di un apparato radicale particolarmente sviluppato e ancora profondo”
Un’annata secca ha però anche dei lati positivi: una pianta facilmente preda di alcune attacchi fungini come oidio e peronospora, che troverebbero nell’umidità l’atmosfera perfetta per proliferarsi, richiede, invece, pochissimi trattamenti preventivi biologici, come zolfo e rame.
Il fatto che sia stata un’estate asciutta non significa che sia stata anche canicolare. Spesso infatti avviene che il forte caldo aumenti precipitosamente il grado zuccherino nel vino facendolo raggiungere elevati gradi alcolici, cosa che quest’anno non è accaduta.
Anche in questa vendemmia, in ultima battuta, non è mancata una sferzata d’acqua. I vendemmianti impavidi hanno raccolto, trasportato, selezionato, macerato, svinato, torchiato quintali e quintali d’uva.
Eccoci qua, siamo noi, gli stagisti, arrivati un po’ da tutt’Italia, con le valige troppo grandi e tanta voglia di imparare, conoscere e vedere cose nuove.
Siamo arrivati da Arianna Occhipinti i primi giorni di settembre, per alcuni di noi il caldo siciliano sembrava già un’avvolgente coperta inusuale per questo periodo; si sa quelli del nord sono abituati a climi sferzanti e pungenti già dalle ultime ore dell’estate.
Noi che di questi luoghi ne mastichiamo poco, abbiamo amato le infinite distese di terra che circondano il paesaggio, i lunghissimi muretti a secco, che si susseguono come un domino, su una strada provinciale che ha il vanto di essere una delle più antiche del mondo.
La vendemmia qui è cominciata timida, un po’ a rilento, quasi singhiozzando. La fase della preparazione è stata lunga. I vignaioli solcando chilometri e chilometri dei loro vigneti hanno assaggiato e osservato i processi maturativi dell’uva aspettando il giusto grado di zucchero per iniziare la raccolta.
Il primo giorno di vendemmia aspettavamo l’alba guardando la linea montata. La linea è composta da tappeto di selezione, scala, diraspa pigiatrice e pompa a cui è collegato un tubo che trasporta il vino direttamente in vasca. Sapevamo che a quel momento di quiete assoluta avrebbe seguito un caos ordinato di arrivo, scarico e lavaggio cassette. A conclusione di questa danza ritmata e cadenzata, seguiva il lavoro in cantina con le sue follature, rimontaggi, assaggi e controlli.
Ogni vendemmia è sempre diversa, come ci ricorda Guglielmo Manenti: “l’impegno, la forza la dedizione che mettiamo, durante tutto l’anno è così grande che siamo già soddisfatti per essere arrivati alla fine con un’uva degna di essere vinificata.”
Giusto Occhipinti (N.d.A. Azienda Agricola COS) ci spiega come un vino sia espressione di una storia lunga tutta un’annata, di un territorio e del suo aspetto climatico. Le annate più impegnative, solitamente, regalano emozioni speciali.
Alla domanda che ci poniamo tutti, come sarà questo vino 2016? non abbiamo risposte da darvi, ma ci piace vederla come Guglielmo: “Saprà sicuramente di Sicilia e di Vittoria dove terreni sabbiosi, microclima e le nostre mani riescono a rendere bevibile e piacevole un vino che caratterialmente si può produrre solo in questa zona”.